martedì 23 marzo 2021

CIRCLE TIME: IL BULLISMO

 


NEL POMERIGGIO SIAMO ANDATI NELL'AULA GRANDE PER  PARLARE DI BULLISMO  


Prima abbiamo dovuto organizzare lo spazio spostando banchi e sedie.


Le facilitatrici informano il gruppo che l'argomento è stato già scelto:  

IL BULLISMO

 
CHI SA CHE COS È?

Diego: è una persona cattiva.

Marcello: secondo me è una persona che se ne frega degli altri, è cattivo e fa dispetti. 

Gianmaria: secondo me il bullismo è una cosa molto cattiva è quando prendi in giro tutti e dici delle cose cattive.

Anna: secondo me bullismo vuol dire che qualcuno non rispetta le regole e non fa cose buone.

Ferdinando: secondo me il bullismo vuol dire prendere in giro le maestre o i bambini.

Lapo: secondo me bullismo vuol dire che uno se ne frega degli altri, pensa solo a se stesso e fa cose brutte, ad esempio prendere in giro o insultare qualcuno che non ha fatto niente.

Chiara: il bullismo, secondo me, è una cosa brutta e forse vuol dire prendere in giro gli altri.

Anita: secondo me il bullismo vuol dire fregarsene degli altri e comportarsi male.

Alice: secondo me vuol dire che se ad esempio uno si fa male, una persona se ne frega altamente di aiutarlo.

Francesco M.: secondo me vuol dire che una persona, se per esempio fa male a qualcuno, invece di dire scusa, se ne frega e va da un'altra parte.

Ambra: secondo me bullismo è quando delle persone ignorano come se non ci fosse nessuno.

Greta: secondo me bullismo vuol dire prendere in giro gli altri e non fare amicizia.

Aleks: secondo me vuol dire picchiare le persone e prendere in  giro.

Giorgia: secondo me vuol dire che qualcuno dice delle cose che offendono gli altri. 

Benedetta: secondo me il bullismo vuol dire che qualcuno prende in giro un altro anche se non ha fatto niente e se ne frega di quello che fanno gli altri, gl'importa solo di quello che fa lui.


A turno molti iniziano a raccontare episodi di bullismo che hanno subito, soprattutto alla scuola dell'infanzia, sullo scuolabus o addirittura nei bagni, da parte di bambini più grandi, senza alcun motivo.

Le facilitatrici propongono di limitare la discussione al periodo della scuola primaria e soprattutto a questo anno scolastico, con episodi che riguardano i bambini della nostra classe.

Qualcuno dice che certe volte, dei bambini sono prepotenti e insultano insieme ad altri compagni, che non dicono o non fanno nulla. 
Secondo il gruppo questi bambini, che non dicono e non fanno nulla, non sono responsabili di niente e quindi non sono dei bulli. 

Le facilitatrici allora precisano che sono bulli anche coloro che assistono alle prepotenze, magari sono anche d'accordo con chi le mette in atto, e non fanno nulla per aiutare il bullizzato.



Nella nostra classe, nel nostro gruppo, c'è qualcuno che riceve delle offese o delle prepotenze?

Giorgia: in questa classe no, però,  in bagno una bambina mi ha offeso. 

Lapo: una volta, mentre ero in coda e ci sono stato tanto, uno più grande, è venuto dietro e mi ha detto io che sono grande passo avanti, tu che sei più piccolo non vali niente.

Alice: in questa classe no, però mentre ero in fila per andare in bagno con Nicole e Greta, tre bimbe più grandi hanno detto noi siamo più grandi e voi dovete stare indietro perché non valete niente.

Ambra: quando io stavo uscendo per andare in bagno ho visto un maschio che stava offendendo una bambina e io gli ho detto: Non offendere le persone.

Gianmaria: Ambra è intervenuta, ha difeso.

Greta: Ambra non è stata un bullo.

Come vi siete sentiti quando vi hanno offeso o usato prepotenza?

Francesco M.: io mi sono sentito in colpa, preso in giro e un pochino impaurito perché credevo che quel bambino mi volesse picchiare.

Alice: io mi sono sentita come se mi sparisse il cuore.

Chiara: io mi sono sentita come se quel bambino mi stesse per picchiare.

Giorgia: io mi sono sentita male.

Lapo: io mi sono sentito arrabbiato con quel bimbo e quindi ho immaginato una accademia di buone maniere dove ce lo volevo mandare.

Ferdinando: a me sembrava che non era molto bello, mi sembrava che il mio cuore era mangiato da qualcosa.

Gianmaria: io mi sono sentito un  po' deluso.

Aleks: io mi sono sentito impaurito.

Greta: io mi sono data la colpa, perché non sapevo cosa avevo fatto, per quel gesto.

Marcello: io ero un po' arrabbiato e un po' triste.

Carlotta: io volevo dire che non importa se sei grande o piccolo, tutti siamo importanti.

Chiara: io volevo che quel bimbo fosse un pochino più gentile.

Giorgia: io mi sono sentita come se il mio cuore era spezzato.

 Nicole: secondo me io sarei stata un po' triste perché mi hanno detto un cosa brutta.

Lorenzo: io ci sarei rimasto molto male.

Jeremy: a me se fosse capitato mi sarei sentito un tantino triste.

Benedetta: mi sentirei un po' triste e cercherei di capire che cosa ho fatto di male.

Anna racconta un espisodio, con un bambino di un'altra classe, che segnalò immediatamente alla maestra.


Secondo voi che cosa è meglio fare quando si subisce una prepotenza?


Alice: Anna ha reagito dicendolo ad un adulto.

Carlotta: anch'io avrei chiesto aiuto a un adulto e in quel caso a una maestra.

Aleks: io lo direi un adulto o a un amico che ci aiuta.

Benedetta: secondo me Anna poteva chiederlo anche alla maestra,  ma gli poteva dire "scusa puoi smetterla di rincorrermi".

Lorenzo: io chiederei aiuto a un adulto o alla maestra se siamo a scuola.

Anita: è meglio dirlo a un adulto o alla maestra

Ma se un compagno mi viene a raccontare un atto di bullismo, come lo posso aiutare?

Aleks: nasconditi

Marcello: scappa e nasconditi

Francesco: rifai la stessa cosa a lui.

Alcuni: ma poi diventi bullo anche tu.

Altri: e non si finisce più.

Lapo: io gli darei il consiglio di discuterne con qualcuno che può aiutarlo a risolvere il problema, perché secondo me scappare o nascondersi a queste cose non è giusto.

QUINDI  Ė MEGLIO RACCONTARLO A QUALCUNO O TACERE?


TUTTI concordano nel dire che è bene parlarne con un adulto: con i genitori, con le maestre e anche con i/le fratelli/sorelle maggiori se ci sono.


Nelle prossime settimane lavoreremo sulle...
EMOZIONI
per 
trovare e scoprire  le parole per definire le nostre emozioni e quelle degli altri.



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