Prima abbiamo dovuto organizzare lo spazio spostando banchi e sedie.
Le facilitatrici informano il gruppo che l'argomento è stato già scelto:
IL BULLISMO
CHI SA CHE COS È?
Diego: è una persona cattiva.
Marcello: secondo me è una persona che se ne frega degli altri, è cattivo e fa dispetti.
Gianmaria: secondo me il bullismo è una cosa molto cattiva è quando prendi in giro tutti e dici delle cose cattive.
Anna: secondo me bullismo vuol dire che qualcuno non rispetta le regole e non fa cose buone.
Ferdinando: secondo me il bullismo vuol dire prendere in giro le maestre o i bambini.
Lapo: secondo me bullismo vuol dire che uno se ne frega degli altri, pensa solo a se stesso e fa cose brutte, ad esempio prendere in giro o insultare qualcuno che non ha fatto niente.
Chiara: il bullismo, secondo me, è una cosa brutta e forse vuol dire prendere in giro gli altri.
Anita: secondo me il bullismo vuol dire fregarsene degli altri e comportarsi male.
Alice: secondo me vuol dire che se ad esempio uno si fa male, una persona se ne frega altamente di aiutarlo.
Francesco M.: secondo me vuol dire che una persona, se per esempio fa male a qualcuno, invece di dire scusa, se ne frega e va da un'altra parte.
Ambra: secondo me bullismo è quando delle persone ignorano come se non ci fosse nessuno.
Greta: secondo me bullismo vuol dire prendere in giro gli altri e non fare amicizia.
Aleks: secondo me vuol dire picchiare le persone e prendere in giro.
Giorgia: secondo me vuol dire che qualcuno dice delle cose che offendono gli altri.
Benedetta: secondo me il bullismo vuol dire che qualcuno prende in giro un altro anche se non ha fatto niente e se ne frega di quello che fanno gli altri, gl'importa solo di quello che fa lui.
A turno molti iniziano a raccontare episodi di bullismo che hanno subito, soprattutto alla scuola dell'infanzia, sullo scuolabus o addirittura nei bagni, da parte di bambini più grandi, senza alcun motivo.
Le facilitatrici propongono di limitare la discussione al periodo della scuola primaria e soprattutto a questo anno scolastico, con episodi che riguardano i bambini della nostra classe.
Qualcuno dice che certe volte, dei bambini sono prepotenti e insultano insieme ad altri compagni, che non dicono o non fanno nulla.
Secondo il gruppo questi bambini, che non dicono e non fanno nulla, non sono responsabili di niente e quindi non sono dei bulli.
Le facilitatrici allora precisano che sono bulli anche coloro che assistono alle prepotenze, magari sono anche d'accordo con chi le mette in atto, e non fanno nulla per aiutare il bullizzato.
Nella nostra classe, nel nostro gruppo, c'è qualcuno che riceve delle offese o delle prepotenze?
Giorgia: in questa classe no, però, in bagno una bambina mi ha offeso.
Lapo: una volta, mentre ero in coda e ci sono stato tanto, uno più grande, è venuto dietro e mi ha detto io che sono grande passo avanti, tu che sei più piccolo non vali niente.
Alice: in questa classe no, però mentre ero in fila per andare in bagno con Nicole e Greta, tre bimbe più grandi hanno detto noi siamo più grandi e voi dovete stare indietro perché non valete niente.
Ambra: quando io stavo uscendo per andare in bagno ho visto un maschio che stava offendendo una bambina e io gli ho detto: Non offendere le persone.
Gianmaria: Ambra è intervenuta, ha difeso.
Greta: Ambra non è stata un bullo.
Come vi siete sentiti quando vi hanno offeso o usato prepotenza?
Francesco M.: io mi sono sentito in colpa, preso in giro e un pochino impaurito perché credevo che quel bambino mi volesse picchiare.
Alice: io mi sono sentita come se mi sparisse il cuore.
Chiara: io mi sono sentita come se quel bambino mi stesse per picchiare.
Giorgia: io mi sono sentita male.
Lapo: io mi sono sentito arrabbiato con quel bimbo e quindi ho immaginato una accademia di buone maniere dove ce lo volevo mandare.
Ferdinando: a me sembrava che non era molto bello, mi sembrava che il mio cuore era mangiato da qualcosa.
Gianmaria: io mi sono sentito un po' deluso.
Aleks: io mi sono sentito impaurito.
Greta: io mi sono data la colpa, perché non sapevo cosa avevo fatto, per quel gesto.
Marcello: io ero un po' arrabbiato e un po' triste.
Carlotta: io volevo dire che non importa se sei grande o piccolo, tutti siamo importanti.
Chiara: io volevo che quel bimbo fosse un pochino più gentile.
Giorgia: io mi sono sentita come se il mio cuore era spezzato.
Nicole: secondo me io sarei stata un po' triste perché mi hanno detto un cosa brutta.
Lorenzo: io ci sarei rimasto molto male.
Jeremy: a me se fosse capitato mi sarei sentito un tantino triste.
Benedetta: mi sentirei un po' triste e cercherei di capire che cosa ho fatto di male.
Anna racconta un espisodio, con un bambino di un'altra classe, che segnalò immediatamente alla maestra.
Secondo voi che cosa è meglio fare quando si subisce una prepotenza?
Alice: Anna ha reagito dicendolo ad un adulto.
Carlotta: anch'io avrei chiesto aiuto a un adulto e in quel caso a una maestra.
Aleks: io lo direi un adulto o a un amico che ci aiuta.
Benedetta: secondo me Anna poteva chiederlo anche alla maestra, ma gli poteva dire "scusa puoi smetterla di rincorrermi".
Lorenzo: io chiederei aiuto a un adulto o alla maestra se siamo a scuola.
Anita: è meglio dirlo a un adulto o alla maestra
Ma se un compagno mi viene a raccontare un atto di bullismo, come lo posso aiutare?
Aleks: nasconditi
Marcello: scappa e nasconditi
Francesco: rifai la stessa cosa a lui.
Alcuni: ma poi diventi bullo anche tu.
Altri: e non si finisce più.
Lapo: io gli darei il consiglio di discuterne con qualcuno che può aiutarlo a risolvere il problema, perché secondo me scappare o nascondersi a queste cose non è giusto.
QUINDI Ė MEGLIO RACCONTARLO A QUALCUNO O TACERE?
TUTTI concordano nel dire che è bene parlarne con un adulto: con i genitori, con le maestre e anche con i/le fratelli/sorelle maggiori se ci sono.
Nelle prossime settimane lavoreremo sulle...
EMOZIONI
per
trovare e scoprire le parole per definire le nostre emozioni e quelle degli altri.
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